The Chronicle of DeathEaters:The Legacy of Lord Voldemort, Rated G

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ThePumpkinKing
view post Posted on 16/7/2009, 12:16




Autori: ThePumpkinKing con il fondamentale aiuto di Miss Vixxen
Rating: G (o Verde)
Genere: Avventura,Drammatico,Sentimentale
Disclaimer: I personaggi protagonisti sono quasi tutti inventati però la ambientazione e molti personaggi che fanno da sfondo sono personaggi dela saga di Harry Potter.
Note degli autori: La fiction cambia il finale dell'ultimo libro eppure ne fà accenni quindi per chi non lo ha letto consigliodi non leggere la fiction. Penso che metterò due capitoli alla volta per farla leggere meglio. ;) ovviamente se poi mi chiederete di postarne di più perchè avete già letto lo farò :D



Capitolo 1.

UN Nuovo Sconvolgente Piano



Il capostazione guardò con aria stanca il suo orologio da polso quindi fece un cenno ad alcuni inservienti che cominciarono a caricare l'ultimo treno merci in partenza dal binario 5. Erano ormai le undici e fra meno di mezzora sarebbe finalmente andato a letto. Tirò un sonoro sbadiglio quindi con gli occhi che si appannavano per la stanchezza. Erano oramai vent'anni che lavorava a King's Cross e mai una volta aveva timbrato il cartellino con un margine di ritardo che sforasse i due minuti. John,colui che avrebbe dovuto dargli il cambio sarebbe arrivato a momenti ma voleva in ogni caso assicurarsi che tutto procedesse bene e che quel treno potesse finalmente partire a pieno carico rispettando l'orario per non intralciare il traffico ferroviario. Mentre si puliva gli occhiali con un fazzoletto però intravide due figure che camminavano lentamente,passando davanti al suo casotto e dirigendosi verso una delle panche poco distanti. Si grattò i pochi capelli che gli restavano chiedendosi chi fossero quei due ma poi tornò a concentrarsi sul treno che ormai era stato quasi del tutto caricato. Il capostazione uscì dal piccolo casotto e battè una mano sulla superficie metallica del treno quindi attirata l'attenzione degli inservienti chiese bonario...

-Avete ancora molto da fare? Io fra poco dovrei andare a dormire e arriverà John a darmi il cambio ma vorrei essere sicuro che il treno parta in orario.

-Non si preoccupi signore...Abbiamo quasi finito.


Il capostazione annuì ancora soddisfatto,anche stavolta aveva svolto il suo lavoro e come sempre c’era un certo appagamento quando sapevi di aver fatto il tuo dovere e avevi la possibilità di tornare a casa con il cuore più leggero. A quel punto quindi trotterellò lontano da loro tornando a concentrarsi su quei due uomini,di nero vestiti,che ora si trovavano seduti su una delle panche e sembravano parlottare tra di loro. Non amava i vagabondi e quelli sembravano essere proprio dei pessimi soggetti. Fece così una smorfia e decise di andare a dare un occhiata. Camminò baldanzoso verso di loro e tirando su il petto si diede un aria autoritaria. Decisione ci voleva con certa gente. Dove sarebbe andato a finire il mondo se un onesto capostazione doveva farsi mettere i piedi in testa da due ceffi come quelli?Quando arrivò presso di loro i due si voltarono di scatto,come sorpresi di vederlo. L'uomo assunse subito un aria supponente e guardandoli di sottecchi chiese,cercando di dare alla sua voce quanta più autorità possibile:

-I signori desiderano?? Stiamo caricando un treno e non vorremmo persone che intralcino il nostro lavoro. Indi per cui vi pregherei di cercare un altro luogo dove sedervi.

Uno dei due digrignò i denti ma l'altro portò subito una mano dinanzi a lui e cercò di calmarlo. Poi alzò lo sguardo verso il capostazione e l'uomo tremò leggermente dinanzi a quegli occhi in cui non vedeva altro che odio. Era impossibile che qualcuno anche solo vagamente umano potesse guardare un individuo con una tale espressione carica d’astio. Chi diavolo erano quei due??? La voce dell’uomo gli arrivò alle orecchie calma ma profonda...

-Non stiamo dando fastidio a nessuno..E tantomeno credo che possiamo intralciare in qualche modo il vostro lavoro.

Il capostazione rimase per qualche secondo interdetto ma poi scosse la testa. Era riuscito in qualche modo a riprendersi dal primo impatto che quei due ceffi così innaturali gli avevano dato e ora cercò di tornare per quanto possibili ad assumere quell’aria autoritaria che così goffamente era riuscito ad assumere prima. Si aggiustò gli occhiali e dopo essersi schiarito la voce cercò di sovrastare i due sebbene il suo corpo pur grassoccio non avrebbe potuto certo spaventare due tizi tarchiati come quelli. Inoltre doveva ammetterlo,quei due lo terrorizzavano. La loro sola vista lo pietrificava e faceva fatica a controllarsi e a tenere quell’aria imperiosa così artefatta.

-Signori..Ne ho visti di vagabondi da quando lavoro qui e credetemi sono vent'anni. E sò benissimo che avete deciso di appartarvi su questa panchina per la notte. Abbiate quindi la compiacenza di desistere dai vostri intenti e di lasciare immediatamente la stazione.

Il tizio che poco prima gli era sembrato il più aggressivo dei due emise una specie di ringhio quindi sibilò sempre mantenendo i denti stretti..

-Chi hai chiamato vagabondo,sporco babbano???

L'altro tentò di fermarlo ma l'uomo tirò fuori uno strano pezzo di legno puntandolo contro il capostazione.Si poteva quasi vedere il suo viso imperlato di sudore e i suoi denti stretti,gli occhi fiammeggianti di rabbia. Per qualche secondo il tempo sembrò quasi fermarsi poi egli vide divenire tutto verde e la voce roca dell'uomo che urlava...

-AVADA KEDAVRA!!

Improvvisamente il capostazione fu sbalzato all'indietro con una forza paragonabile forse solo a quella di un maglio che colpitolo al petto lo spedisse violentemente contro la parete metallica costituita dal treno ancora fermo sul binario. Ed è proprio quello che fece il pover'uomo,andando a scontrarsi con la schiena contro uno dei vagoni per poi ricadere in avanti oramai privo di vita. Gli inservienti erano stati naturalmente messi in allarme e il tizio che sembrava fra i due il più dotato di controllo di sè afferrò l'altro per poi costringerlo a seguirlo. I due corsero per qualche metro costeggiando il binario,quanto bastava perchè quegli uomini ora chini sul corpo esanime del capostazione,non potessero vederli. Fatto ciò si smaterializzarono immediatamente lasciando la stazione di King's Cross che dopo il gesto avventato di uno dei due era divenuta troppo pericolosa.


Quando i due ricomparvero,in un vicolo della periferia di Londra,un ammasso di case abbandonate che nessuno visitava e che avevano fatto loro da dimora per qualche tempo,il Mangiamorte che aveva compiuto l'omicidio solo pochi minuti prima si ritrovò sbattuto contro il muro dall'altro che inchiodandogli le spalle con le mani lo guardava con fare rabbioso. Aveva perso tutto l'autocontrollo di cui prima era stato capace e ora sembrava quasi abbaiare in faccia al suo compagno.

-Maledetto Idiota!! Quando ti dissi che per essere maggiormente al sicuro dovevamo uscire dal Mondo Magico avrei dovuto sapere che avresti fatto una boiata simile.

L'altro abbassò lo sguardo per poi però sibilargli in faccia...

-Odio tutta questa feccia..odio i babbani...odio vivere tra di loro...

-Ti ho già detto che presto tutto finirà,dannato cretino! Ero lì proprio per comunicarti questo...Ora però mi verrebbe solo voglia di ammazzarti qui e ora e non dirti nulla...

L'altro sembrò per un attimo temere le parole del primo ma poi allungando il volto verso di lui e a sua volta assunse un aria minacciosa stringendo gli occhi e guadandolo in faccia,l'altra mano alla bacchetta seppur avesse le spalle inchiodate dalle sue mani forti.

-Fai molta attenziono Dolohov!! Non ti permetto di parlarmi così...

-Chiudi il becco Avery o potrei davvero inquietarmi..ciò che hai fatto potrebbe farci piombare quei dannatissimi Auror fra capo e collo e non ho intenzione di tornare ad Azkaban!!

Avery si ammutolì mentre Dolohov ora lo afferrava per il colletto e lo tirava più all'interno del vicolo. Allora lo lasciò andare permettendogli di camminargli a fianco mentre tornavano verso la casa malandata che faceva loro da alloggio. Le imposte erano cadenti e la porta era caduta a terra non appena i due avevano tentato di sfondarla con un calcio. Il legno marcio era andato in pezzi come nulla. I due si guardarono attorno prima di entrare nella stamberga e salire le scale diroccate. Un silenzio profondo correva ora tra i due anche se Avery sembrava alquanto curioso di sapere cosa Dolohov doveva dirgli. Era stato via per molto tempo e poi gli aveva fatto comunciare di incontrarsi a King's Cross per un resoconto. Ciò che era accaduto prima lo aveva innervosito così come il fatto che Antonin fosse stato l'unico ad essere convocato nonostante gli anni di fedele servizio che lui aveva prestato al Signore Oscuro. Sì perchè quei due individui se non si fosse ancora capito erano due Mangiamorte. Due Mangiamorte braccati per giunta e il gesto sconsiderato di Avery non aveva di certo fatto sì che la loro presenza nel mondo babbano non fosse notata dagli esponenti del mondo magico. Dolohov entrò in un altra stanza,un piccolo salotto,lasciandosi cadere su una poltrona che alzò nugoli di polvere causando una repentina tosse da parte di Avery. L'altro mangiamorte lo fulminò e Avery non potè che bloccare la sua tosse come poteva sedendosi a sua volta su una sedia malandata che sembrava pronta a rompersi da un momento all'altro. Scricchiolò sinistramente quando l'uomo si sedette su di essa ma lui neppure ci fece caso attendendo invece che Dolohov gli facesse il resoconto che lui attendeva impazientemente. Antonin rimase però ancora per qualche secondo in silenzio prima di far udire finalmente la sua voce.

-Avrai udito di quegli strani omicidi avvenuti nel Mondo Magico nell'ultimo periodo..Il Ministero ha sguinzagliato i suoi Auror per indagare su questa ondata di assassinii ma non sono riusciti a venire a capo di nulla..i Nostri hanno fatto un lavoro davvero egregio devo dire.

Avery sbarrò gli occhi stupito,la bocca aperta e le mani che tremavano leggermente.

-Il Lord Oscuro c'entra con quegli omicidi??

-Ovviamente..E ce ne sarebbero stati molti altri se altre famiglie avessero rifiutato di obbedirgli. Avrai avuto notizie dell'uccisione di quell'ubriacone di Crowley...

-Certo..Ma cosa se ne sarebbe mai fatto il Lord dell'aiuto di un pusillanime simile? Suo padre era un grande mago ma lui...ha sperperato tutto il denaro di famiglia..ha infangato il suo nome..sua moglie neppure si sà che fine abbia fatto dato che dopo un mese si è risposato con una sporca babbana..

-Ma lui non voleva il suo aiuto..voleva suo figlio...


Avery non riusciva a capire. Voldemort era fuggito alla morte in maniera davvero rocambolesca dopo il tradimento di Piton e ora gli restava un unico Horocrux,il suo Serpente Nagini. Potter era quasi riuscito a farlo fuori e ora doveva essersi proprio bevuto del tutto il cervello,con tutto il rispetto parlando. Cosa se ne faceva di un ragazzino? Dolohov notò la sua espressione perplessa e sorrise malignamente,atteggiandosi come un maestro che doveva erudire un allievo troppo stolto per capire...

-...E non ha certo preso solo lui. C'è stato chi lo ha seguito con accondiscenza,naturalmente. Come le sorelle Krueger...

Avery ebbe un velocissimo flashback. Conosceva le figlie di Krueger. Ne aveva visto gli occhi iniettati di odio,e ricordava quanto la loro sola presenza incutesse un terrore che solo in presenza del Lord aveva spesso provato. Non faticava certo a credere che lo avessero seguito con accondiscenza e quasi tremava lui stesso al pensiero di cosa quelle due avrebbero potuto fare se alleate con il mago più terribile dai tempi di Grindelwald. Tossì ancora una volta,ma più per rompere la tensione che aveva addosso che per altro.

-Ma cosa vuole farsene il Lord? Cosa vuole farsene di un gruppo di ragazzini??

Dolohov rise ancora una volta stavolta facendo quasi tremare Avery. Prima aveva fatto lo spavaldo ma sapeva che quell'uomo avrebbe potuto spazzarlo via come nulla. Antonin si sporse verso di lui sogghignando.

-Creare un altro Potter...

Avery sembrava ancora più confuso. Detto ciò però Dolohov si alzò lasciando la stanza e quindi evitando qualsiasi altra domanda del Mangiamorte, che rabbioso, prese a calci il battiscopa marcito che correva lungo la parete per poi afferrare la sedia e scagliarla verso il muro opposto. Il legno andò subito in mille pezzi e l'uomo cominciò ad ansimare sbollendo pian piano la rabbia. Odiava essere tenuto in disparte..lo odiava da morire...



Capitolo 2.

Un ragazzo indifferente.





Dolore?
No non sentiva dolore...
Non gli veniva nemmeno da piangere...
C'era solo indifferenza in lui e un certo sollievo...
Il sollievo che si prova quando ci si è liberati di un peso.
Un peso che ci opprime la vita.
Il peso più grande di tutti.
Quello di una persona.
Che noi dovremmo amare.
Ma che odiamo immensamente.




La leggera pioggia lavava le marmoree lapidi del cimitero e picchettava sui vestiti neri degli astanti che circondavano la due fosse attorno alle quali erano tutti riuniti. Pochi veri singhiozzi o pianti soffocati si udivano,forse perché la maggior parte di quegli uomini avevano visto i morti si e no due volte. Per la maggior parte era gente del Ministero,venuta ad assistere alla cerimonia più perché occupandosi delle indagini sulle attività dei Mangiamorte,era loro dovere. Altri erano più che altro conoscenti del padre di uno dei due defunti che quindi si erano sentiti quasi in obbligo di intervenire. Lui era poco più avanti, chino su quelle due bare che sarebbero potute essere di chiunque altro e le avrebbe guardate forse con minore indifferenza. La superficie in mogano. Le croci in rilievo,unico particolare dorato sopra il nero del coperchio. Attorno a lui facce che non aveva mai visto,o per lo meno che aveva visto di sfuggita solo alcune volte, poi una mano che gli si poggiava sulla spalla e finalmente un volto noto. La Preside di Hogwarts,Minerva McGrannitt lo squadrava dall'alto verso il basso mentre il suo ombrello faceva cadere qualche goccia sul suo volto. Lei gli sorrise leggermente quindi lo prese per una manica tirandolo a sè e portandolo via da quello spettacolo che avrebbe forse dovuto turbarlo ma che in realtà lo lasciava del tutto indifferente. Improvvisamente una donna si fece avanti,una lunga penna verde alla mano e un sorriso che sapeva di falso lontano un miglio...Quando guardò il ragazzo assunse un aria fintamente addolorata e apprensiva quindi tese la mano in direzione della McGrannitt.

-Mi scusi...Rita Skeeter del Profeta potrei parlare solo un attimo con...

Indicava lui ma la McGrannitt si voltò di scatto fulminandola con il solo sguardo e schiaffeggiandole la mano così da distoglierla da lei. Perentoria quindi fece un gesto brusco tirandosi dietro il ragazzo. Allora parve ripensarci e si voltò di nuovo verso la donna,continuando a fissarla con disprezzo.

-Che non la veda girare attorno al ragazzo. Dovrebbe rendersi conto di quanto il momento sia per lui delicato,ma dubito che uno sciacallo come lei possa avere tali accortezze.

Quelle parole le uscirono come un sibilo,una velata minaccia. Mai lui aveva veduto la Preside così sinceramente adirata. Sembrava che avesse voluto uccidere la Skeeter e chi conosceva la giornalista molto meglio del ragazzo si sarebbe meravigliato di come improvvisamente questa si ritirò senza nemmeno proferire sillaba. La McGrannit tirò dunque dritto verso un gruppo isolato di lapidi portando con sè il giovane che si lasciava trascinare senza pronunciare una parola. Era sempre stato così d'altronde,taciturno e riservato. Non legava mai troppo con nessuno almeno a quello che veniva riferito alla Preside e nonostante fosse un brillante studente in molte materie,uno dei pochi non Serpeverde che Severus Piton elogiasse,non interveniva quasi mai alzando la mano o esprimendo un parere. In molti a scuola lo chiamavano NeroMuso perchè era sempre imbronciato e per uno sciocco errore che aveva fatto al suo primo anno quando tentando di incantare una boccietta di inchiostro questa gli era esplosa in faccia imbrattandolo. In pochi avevano rispetto del cognome che portava anche perchè di rispettoso la sua famiglia aveva più molto poco. Quando si fermarono la McGrannitt si chinò a guardarlo e lui fece una smorfia infastidita. Lo stava trattando come se fosse un bambino e ciò non gli era mai piaciuto. Di fatto a volte avrebbe preferito che non lo si trattasse in alcun modo particolare. Che non lo si trattasse per nulla.

-Aleister..Non voglio forzarti a ricordare..Solo che sappiamo che è accaduto qualcosa l'altra sera,lo sappiamo tutti e due. Non c'è nulla che vorresti dirmi??

Lui pareva quasi aspettarselo. La Preside gli aveva posto la stessa domanda che avevano fatto più e più volte quelli del Ministero ma lui aveva sempre dato la stessa identica risposta. Scosse infatti lentamente la testa. La McGrannitt fece una faccia leggermente delusa. Capiva comunque quanto lui fosse sconvolto. Quando gli Auror avevano raggiunto casa sua tutto era finito. Avevano trovato i due cadaveri di suo padre e della donna che aveva sposato dopo che lui e sua madre si erano lasciati,a terra mentre i fratellastri di Aleister neppure si sapeva dove fossero finiti. Le tracce di sangue in ogni caso non promettevano certo nulla di buono. I due morti a terra erano stati di sicuro colpiti da un Avada Kedavra ma di quei due ragazzi,santo cielo...pregavano di non ritrovarli neppure, viste le premesse. Quando mai quei maledetti Mangiamorte erano stati così efferati,da arrivare ad uccidere due ragazzi in maniera tanto violenta e senza l’aiuto della magia? Secondo qualche fonte perfino il Signore Oscuro doveva essere intervenuto per compiere quella strage. Ma perchè? Perchè scomodarsi,tralaltro per una famiglia che aveva perso il suo buon nome da tanto tempo? Perché esporsi quando tutto il mondo magico era sulle sue tracce?? I pensieri di Minerva McGrannitt scivolarono nuovamente ai due morti. Edward Crowley e Ramona Danielson. E quindi alla famiglia del padre di Aleister. Il più grande esponente dei Crowley era stato Aleister Crowley Sr. Conosciuto anche tra i Babbani,Crowley era visto da loro come un ciarlatano o un satanista ma alcuni credevano sul serio in ciò che sosteneva. In ogni caso anche questi individui non erano affatto pericolosi per il Mondo Magico e quindi Crowley era tollerato. Aveva compiuto in passato anche imprese certo non paragonabili a quelle di Silente ma neppure ignorabili dal Ministero,e quando questi gli chiese di lasciare il mondo Babbano,egli inscenò la sua morte tornando a vivere nel Mondo Magico. Il figlio era stato molto diverso. Edward Crowley era stato un bravo alunno a Hogwarts e aveva sposato un'altra allieva,per lungo tempo la sua migliore amica,Emily Garrett. Usciti dalla scuola però le cose per i due erano cominciate ad andare male. Edward aveva perso tutto o quasi tutto il patrimonio di famiglia e alla fine aveva lasciato la moglie che da allora nessuno aveva più visto. Rimasto solo e con un figlio,Edward Crowley si era dunque sposato presto con un altra donna,una babbana,Ramona Danielson,vedova e con due figli a carico. Cosa avevano mai potuto fare quei due per meritare una tale fine? E perché nonostante il brutale assassinio di suo padre,Aleister si ostinava a non parlare? La Preside di Hogwarts non sapeva come interpretare quel silenzio. Perché non aiutava il Ministero a rintracciare quegli assassini? Sembrava quasi come se li stesse perfino proteggendo. No era una idea troppo assurda per essere vera. Alla fine si rassegnò attribuendo il tutto solo allo sconvolgimento di ciò che aveva visto. Era stato lasciato vivo,solo lui e dubitava che Voldemort o chi per lui lo avesse fatto per pietà. Chissà,magari era riuscito per miracolo a sfuggire e spaventato aveva passato ore di terrore sperando che quegli assassini non tornassero a finire il lavoro. Posò una mano sulla spalla di Aleister.

-Scusami Aleister…comprendo quanto possa essere dura. Ti stiamo pressando troppo. E’ comprensibile che tu non abbia ancora voglia di parlarne. Lo farai quando ti sentirai pronto…Ti prometto che fino ad allora nessuno oserà metterti fretta.

Gli toccò delicatamente la schiena con la mano e lo spinse leggermente riconducendolo man mano verso il gruppo di persone attorniato sulle fosse che avrebbero conservato per sempre i corpi di suo padre e della sua matrigna. La Skeeter si era dileguata e quella sembrava l’unica cosa positiva di quella giornata. Quando giunsero nuovamente alla tomba la McGrannitt abbassò nuovamente lo sguardo su Aleister. Lui aveva assunto nuovamente quell’aria cupa. Lei lo guardò accorato quindi si portò una mano al cuore convinta che fosse il suo modo di mostrare il suo dolore.

Ma nello sguardo di Aleister c'era solo indifferenza..

Nella sua mente non c'era orrore..

Forse solo riconoscenza...

Riconoscenza per colui che lo aveva liberato da un tale peso...

Da qualcosa che gli martoriava l'esistenza...
 
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