| Chandra si affacciò alla porta appena socchiusa della segreteria, inclinando la testa da un lato per riuscire a sbirciare nella stanza dall'aria austera
." Niente male l'ambiente, pensò "di sicuro preferibile a quella squallida comunità."
Spinse appena la porta, che si aprì senza un cigolio, rivelando una ragazza bassa ed esile dalla pelle scura e dagli abiti di foggia esotica. Si passò una mano nei capelli d'ebano, sistemando una delle ciocche corte e scomposte che le ricadevano sul volto, e avanzò nella stanza lentamente e con sicurezza e femminilità. Era stata una grandiosa idea venire lì. Nella sua comunità iniziavano a girare troppe voci su di lei. Una ragazza l'aveva vista in compagnia di un cliente, i più piccolini la notte si sussurravano da un letto all'altro storie del terrore che avevano lei come protagonista. E i volontari insistevano per mandarla da uno psichiatra, un fottuto, inutile strizzacervelli. L'ennesimo. Non ci avrebbe messo molto a incantare anche lui, ma iniziava ad essere stufa di quel giochetto. Nel complesso, la situazione stava diventando insostenibile, e lei, fino al giorno prima, non sapeva proprio come fare. Un cliente le aveva proposto di diventare la sua amante fissa, ed era pronto a pagarle un bell'appartamento e a coprire tutte le sue spese. Ma lei aveva declinato l'offerta con una perfetta miscela di virginea pudicizia e disprezzo. Poteva ottenere di meglio, e lo sapeva. Con il tempo avrebbe frequentato persone più ricche. E accettare adesso una simile offerta adesso le avrebbe impedito di continuare la sua carriera, le avrebbe tarpato le ali. E Chandra non poteva permetterlo. La Blank le avrebbe fornito il giusto equilibrio. Qui la sua natura sarebbe stata accettata, e lei sarebbe stata più libera. Nessun pregiudizio e nessuna limitazione al suo lavoro di accompagnatrice. Sorrise avvicinandosi al preside. Ogni suo movimento appariva come perfettamente equilibrato e sensuale. Lui era molto giovane e avvenente, notò, avrebbe potuto quasi essere scambiato per uno studente. Appoggiò le mani alla scrivania, chinandosi in avanti e protendendosi appena verso l'uomo dai capelli neri. Non lo fece con irruenza, ma con decisa grazia. A molte persone dava fastidio l'eccesiva vicinanza del loro interlocutore, e lei aveva imparato a non essere invasiva, ma allo stesso tempo a non mantenere le distanze.
Buonasera, disse con la sua voce incantevole e vellutata. Sono qui per la night fece un sorriso affabile, ma nei suoi occhi brillava una luce maliziosa.
Era più forte di lei. Risultare affascinante le veniva facile come respirare.
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