Carcere di Alta Sicurezza, Cella 1128

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view post Posted on 18/5/2009, 10:12
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Zolf J. Kimbly



Ecco che nasceva un'altro giorno, l'ennesima monotona alba rossastra. Molti avrebbero goduto nell'osservare tale visione, lui no, ormai gli erano indifferenti quei primi raggi che illuminavano la sua cella. Erano anni che succedeva, sempre nello stesso identico modo, cambiava solo l'ora e il calore che infondevano in quel luogo grigio e spento.
Ad un lato della cella, contro un'angolo, era sistemata una vecchia branda dalle molle cigolanti e coperta da un panno vedre bosco un pò troppo lungo per il letto e rattoppato in qualche punto. Zolf James Kimbly aveva già aperto gli occhi al mondo da qualche minuto, aspettando senza troppa ansia la sirena che indicava la sveglia per i detenuti. Sempre il solito insulso suono, potente e alla lunga fastidioso, che tutte le mattine rimbombava nella sua testa come una campana. Ormai aveva smesso di contare le mattine.
Scostò la coperta con i piedi, liberando il corpo dalla sua stetta avvolgente. Mosse appena le dita e un poco le braccia, roteò appena i polsi e si mise a sedere sul materasso. All'altezza dei polsi era imbragato con una lastra metallica che distanziava le braccia in modo che i palmi non andassero mai a congiungersi, neanche i poplastrelli dei medi si sfioravano. Inizialmente era stato molto, molto, fasridioso, ma dopo tutti quegli anni te ne fai una ragione, ed un abitudine. Indossava una tuta grigio topo, con una targhetta in cotone con il suo nome e il suo numero, nero su bianco. I lunghi capelli neri, sciolti e selvatici, cadevano lisci sulla schiena, mentre una barbetta incolta faceva capolino dal mento appuntito.
Un altro patetico giorno.
Si alzò e si stiracchiò, si infilò le scarpe e aspettò la guardia che doveva accompagnarlo in mensa. Nonostante fosse stato reso innoquo, non ci si fidava abbastanza, lui aveva una scorta personale. Che palle.
 
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Mithra™
view post Posted on 18/5/2009, 10:22




Subaru Sumeragi




La veste scivolava inesorabile lungo i corridoi di quelle carceri dove si ritrovava a camminare. Lo sguardo che si posava attento sulle figure dietro le sbarre, alla ricerca di un volto conosciuto.
Se non fosse stato per l'immediato bisogno di rinforzi delle schiere degli Hunter, non si sarebbe mai spinto sino a quel punto.
Sino al punto di dover liberare un dinamitardo con qualche problema psicotico molto acuto.
Respirò a fondo muovendo ancora qualche passo verso la direzione indicatagli.
Quando lo vide in lontananza, non potè far a meno di sorridere, nonostante tutto.
Erano proprio alla frutta.
 
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view post Posted on 18/5/2009, 10:33
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La guardia arrivò, precisa come un orologio svizzero. Era una creatura noiosa, certo, ma almeno era puntuale. Era una cosa positiva per lui, apprezzava questa diligenza nel lavoro, un lavoro sporco come il carceriere, poi. Probabilmente gli era stato ordinato di non rivolgergli la parola, come se fossero i suoni che emetteva dalla bocca ad essere pericolosi, non i cerchi alchemici sulle mani.

"Buongiorno signor Smith, anche oggi la stessa faccia da funerale, eh? Dopo tutti questi anni almeno un salutino me lo potresti fare."
Disse, quando l'uomo aprì la cella e lo fece uscire, tenendolo d'occhio. Ovviamente non rispose.
Quindi Zolf, seguito da Smith, si avviò a passo lento ma regolare verso la mensa.
"Sempre la solita sbobba anche questa mattina? Siete consci del fatto che si deve assumere un'alimentazione variata? Sennò qui si crepa tutti di qualche strana malattia...ad esempio, che fine ha fatto il simpaticone della 445? Non lo vedo più..."
Nessuna risposta.
Lungo il corridoio non potè fare a meno di notare un tizio che veniva verso di loro, abbigliato in un modo alquanto pittoresco. Forse apparteneva a chissà quale setta religiosa, probabilmente la stessa di un prigioniero che avrebbe presto tirato le cuoia.
 
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Mithra™
view post Posted on 18/5/2009, 10:36




Subaru rallentò evidentemente il passo guardando dritto in direzione dell'uomo appena uscito dalla cella.
Poi spostò lo sguardo sulla guardia, assumendo un certo chè di autoritario.
- E' lui il sign. Kimbly? - chiese dunque con aria deplorevole.
 
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view post Posted on 18/5/2009, 10:49
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Quando Subaru gli rivolse la parola il volto di Smith s'irrigidì infastidito. Dalla luce che aveva negli occhi stava per rispondere in malo modo al giovane, tranne quando lo sguardo cadde sul cartellino dato ai vivistatori fremette leggendone il nome e la carica trasalì.

Zolf guardò i due con aria curiosa, con una luce d'aspettativa nei sottili occhi verdi.
Il prete a quanto pare voleva lui, forse era arrivato davvero il momento in cui la Comunità Mondiale aveva deciso di farlo secco? Poi anch'esso posò lo sguardo sul cartellino appeso al petto di Subaru. Inquisitore Supremo. Oh si, era proprio nella cacca fino al collo.

"Si signore, costui è Zolf James Kimbly, detenuto numero 1128"
Rispose Smith diligentemente, con fare ora imperurbabrile, come sempre.
Zolf si lasciò scappare un sorrisetto divertito. Una voce un uomo.
 
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Mithra™
view post Posted on 18/5/2009, 16:43




Subaru posò lo sguardo su Kimbly con fare indagatore, rimanendo in silenzio per lungo tempo.
Dopodichè posò lo sguardo sulla guardia, con fare autoritario:
- avrei bisogno di parlare con lui, in privato - disse con voce pacata nonostante l'atteggiamento palesemente severo.
Gli occhi puntati nuovamente su Kimbly, come un serpente col topo.
 
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view post Posted on 18/5/2009, 19:06
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Però il topo non era poi così sottomesso. Gli occhi verdi di Zolf brillavano d'intelligenza e furbizia, ora sembrava una persona normale, non certo un dinamitardo pazzo.
Smith irrigidì nuovamente la mascella alla richiesta di Subaru. Guardò l'Inquisitore Supremo con una certa perplessità.
"Avete un permesso scritto?"

A quanto pare non era venuto qui per ucciderlo, magari solo fargli da confessore. Naaaa, almeno così sperava. Nella sua mente pizzicava come un sesto senso: stava per accadere qualcosa. Mosse le dita, quasi impaziente di vedere lo svolgimento delle cose.
"Su Smith, non sono mica pericoloso, io. Non potrei mai far male ad un gentile ospite che ci onora con la sua presenza."
Disse Zolf, muovendo le mani, quasi a sottolineare la sua impotenza data dal fatto che i palmi non si potevano unire.
 
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Mithra™
view post Posted on 19/5/2009, 08:42




Subaru posò i suoi ochi di un caldo color nocciola su quelli di Kimbly.
- No, non ho nessun permesso scritto - sorrise indulgente - ma credo che non mi verrebbe affatto negato, in caso di richiesta - mosse qualche passo in avanti, in direzione della guardia.
- Non c'è nessun pericolo. Non si preoccupi. -.
Osservò le mani di Kimbly per poi afferrarlo per un polso:
- costui lo conosco bene - concluse pacato.
 
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view post Posted on 19/5/2009, 09:14
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La mascella di Smith s'irrigidì ancora di più. Era un uomo ligio al dovere, lui.
"In assenza di permesso non mi è concesso fare ciò che chiedete, tornate con esso e avrete libertà d'azione."
I signori capi non avevano scelto una persona a caso per sorvegliarlo, e avevano fatto bene. Non che ora come ora fosse pericoloso, chiariamoci.
Quando poi Subaru lo prese per un polso un lampo pericoloso brillò negli occhi di Smith.
"La prego di non aver nessun contatto con il prigioniero. E ora se non le dispiace avrei un lavoro da portare a termine. Torni da me con il permesso, o non torni proprio."

Gli occhi di Zolf parvero compiaciuti da tale avventatezza, riusciva a vedere uno dei cerchi alchemici impresso sul suo palmo, un sorriso pieno di aspettativa, poi Smith lo strattonò allontanandolo sa Subaru.
"Che modi poco garbati signor Smith, non si trattano così ì vecchi amici e i gentili ospiti."
Disse, con una vena di brillante sarcasmo, ma seguendo Smith senza esistazioni. Non era il momento per dei colpi di testa.
 
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Mithra™
view post Posted on 19/5/2009, 09:29




Subaru assottiliò gli occhi:
-...farò come chiedete - si limitò a rispondere compiaciuto, affiancandosi ai due con un sorriso del tutto indifferente - anche se credo che i vostri superiori non saranno affato contenti del trattamento a me appena riservato - fece un breve inchino, accellerando il passo.
La veste che si muoveva sinuosa dietro di lui.
 
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view post Posted on 19/5/2009, 09:34
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Smith non commentò la frase di Subaru, parve proprio non sentirla. Ligio nel suo dovere accompagnò Zolf fino alla mensa, sorvegliandolo come un condor, un condor incrociato con un pitbull.

Ovviamente il permesso viene dato a Subaru senza problemi, e gli vengono poste delle scuse rispetto al comportamento della guardia, ma gli viene chiesto di comprendere visto il compito che svolge, visto il soggetto che ha il compito di sorvegliare, e che il suo comportamento è dettato da ordini dall'alto. Facile comprendere che non verrà degradato, probabilmente neanche rimproverato.
 
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Mithra™
view post Posted on 19/5/2009, 09:41




Subaru annuì calmo ringraziandoli con un inchino e sparendo dietro le ante della porta senza commentare.
Permesso alla mano.

Con passo del tutto tranquillo, si diresse dove indicatogli, indifferente alle occhiate estranee di chi lo fissava come fosse stato un alieno.
 
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view post Posted on 19/5/2009, 09:48
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Sempre la solita sbobba. Sempre le solite persone. Il vecchietto della 445 non c'era, scoprì dal 560 che era morto nella notte, la vecchiaia fa di questi brutti scerzi. Almeno lui ora è altrove, probabilmente all'Inferno.
Mangiò con la dovuta calma, finendo appena in tempo, prima che un'altra campanella segnasse la fine della colazione. Ormai aveva imparato a utilizzare il tempo a disposizione, quasi d'istinto.

Subaru li incrociò di nuovo, quando il duo si stava nuovamente dirigendo verso la cella 1128.
Zolf lo salutò con un sorriso e agitando lieve una mano, Smith lo guardò. Guardò il foglio che aveva in mano.
 
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Mithra™
view post Posted on 19/5/2009, 09:51




Subaru gli allungò diligentemente il foglio, sorridendo cordiale:
- non vorrete negarmi ancora il permesso di aver un colloquio con il Signor Kimbly, qui presente ? -.
Lo chiese con estrema calma, come se nulla fosse successo pochi istanti prima.
 
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view post Posted on 19/5/2009, 10:02
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L'espressione di Smith non cambiò di una virgola, prese il foglio, lo controllò accuratamente, poi lo porse nuovamente a Subaru.
"Perfetto, è tutto in regola. La mia custodia non è più richiesta, ora."
Quindi spiegò all'Inquisitore Supremo dove era situata una stanza ove poter parlare senza essere disturbati, in alternativa alla sua cella.
Quindi, con un freddo saluto, si congedò, allontanandosi per i corridoi del carcere.

Ora, finalmente, erano soli.
"Buongiorno signor Inquisitore Supremo, che onore averla qui in questo luogo."
A sentirlo parlare non sembrava un pazzo, sorrideva, certo, ma pareva una persona normale. Ma apparire una persona normale era nelle sue capacità, era il motivo per cui era riuscito a passare il test piscologico per entrare nell'Esercito.
 
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